La mancanza non la avverti mai subito, arriva come un ospite inaspettato in una mattina di primavera, in quelle giornate in cui sembra tutto così lineare, in cui non c’è vento, né pioggia, né troppo sole, e state portando a spasso la vostra esistenza su un passeggino economico e sicuro. Quando il ritmo del vivere vi culla e vi riscalda in un torpore di piccole cose che sembrano tanto importanti e a cui annodate i pensieri ora dopo ora, fino al calare della sera e al dopocena, sempre uguale e rassicurante. Quando le giornate sono attaccate le une alle altre come le tessere del domino, diverse, ma sempre uguali nella forma. Basta poi uno squarcio, una parola, una fotografia, un pezzo di canzone, un nome ascoltato per strada, per riportare tutto il vortice direttamente alla punta, direttamente al punto più doloroso. Quella è la mancanza che toglie il fiato, perché in quell’attimo le tessere del domino cadono dal tavolo e i pensieri diventano farfalle impazzite in una stanza troppo piccola. La giornata non ha più un’ora di pranzo e un’ora di cena, non ha più quelle telefonate tranquille e quei caffè sorridenti, quell’ordine e quella pace che ci congelano la mente. La giornata diventa soltanto mancanza, asfissia, ricerca, vuoto, rimpianto. La mancanza che diventa la protagonista senza averla invitata, perché ci sono persone che vogliamo vicine, senza le quali non ha senso, perché sono la nostra luce, la nostra forza e il nostro destino, disperatamente ci restano attaccate all’anima e ci chiamano da lontano, attraverso segni che possiamo ascoltare soltanto noi e che gli altri non possono capire.
Bellissimo Miriam. Sai mettere in parole sentimenti così profondi. Io non riuscirei.
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Grazie Nadia sei un tesoro…
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Sono convinta che coloro che mi mancano,(tanti anni fa era un’ossessione per cui la prima cosa che dovevo fare la mattina era andare in bagno e vomitare il nulla) siano in una dimensione parallela alla nostra: in uno stato di particolare purezza mentale li ho rivisti . Unutile spiegare i particolari che mi incatenavano dandomi una sensazione di profondo benessere. So che la mia vita ha il suo senso profondo perchè quando non ci sarò più raggiungerò anch’io quella dimensione parallela ed è per questo che l’angoscia ha fatto posto al silenzio.
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Bellissimo! Brava Miriam! 😀
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Bella, ti regalo una mia poesia di tanti anni fa:
SCAMBI
La vita ci ha tolto tanto
a volte ci ha piegato in due
trasformando le nostre giornate in nebulosa sopravvivenza
in apnea.
La vita vista attraverso una lente distorta.
Il dolore fatto materia.
Poi.
E’ bastato un leggero batticuore,
quella sensazione, che ti fa “vedere” il sole e la luna.
Non ti senti più colpevole.
Non ti senti più sola.
Ti senti.
Respiri.
E vivi.
E impari di nuovo a vivere.
La vita ci ha tolto le persone più care, loro ci hanno fatto trovare.
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Stupenda poesia. Grazie.
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Grazie Arcangela. E’ stupenda!
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